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Collective exhibition "Maestri Italiani" by Spazio Intelvi 11 (Dizzasco Como)


Artisti/artists: Franco Azzinari, Enrico Baj, Nino Caffè, Tonino Caputo, Giancarlo Cazzaniga, Renato Natale Chiesa, Giovan Francesco Gonzaga, Marco Lodola, Claudio Malacarne, Gabriele Poli, Antonio Possenti, Concetto Pozzati, Franco Rognoni, Remo Squillantini, Saverio Terruso, Ernesto Treccani, Tono Zancanaro

Curatore/ Exib. dealer : Paolo Avanzi

Sede/site: Spazio Intelvi 11- Via Valle Intelvi, 8 - Dizzasco - loc. Muronico (Como)

DFor info:

- Web: www.spaziointelvi11.com

- email: spaziointelvi11@yahoo.com

Durata/duration: 21 Dicembre 2016 – 8 Gennaio 2017

Vernissage: mercoledì 21 Dicembre 2016 - ore 16.00

Opening hours: 16.00 – 19.00 (phone +39 3401066977 per conferma / to get confirmation).

ABSTRACT

Mostra collettiva di opere pittoriche di Maestri Italiani dal secondo novecento ad oggi.

TESTO.

Lo Spazio Intelvi 11 è una location ricavata all'interno di un edificio risalente all'800 nel borgo di Muronico, a meno di un chilometro da Argegno, sulla sponda occidentale del lago di Como.

Sono esposte opere di Maestri Italiani, per la maggior parte serigrafie e litografie di proprietà della Galleria, che costituiscono un piccolo compendio dell’arte figurativa italiana degli ultimi cento anni.

Domina il figurativo, forse perché è troppo forte il rischiamo dell’arte classica.

Una gloriosa tradizione che va dagli affreschi delle ville pompeiane a quelli delle chiese rinascimentali. Inevitabile che la maggior parte degli artisti italiani, da Giotto ad oggi, non si siano sottratti al fascino della figura. E’ solo nel secondo dopo guerra, con Burri e Fontana, che si assiste alla “rottura”, al gesto iconoclasta che, nella tensione sperimentatrice, contiene pure in sé qualche germe della tradizione almeno vissuto come anticorpo.

Cosa hanno in comune un’icona Pop di Lodola e il pupazzo antimilitarismo di Baj? Il cammeo post-moderno di Concetto Pozzati e la sciantosa decadente di Remo Squillantini? L’ironia probabilmente. Un atteggiamento di distacco da quella che è la grezza realtà di un capitalismo che non ci appartiene, cioè che non appartiene visceralmente alla razza italica, diversamente da quanto è accaduto nei paesi anglosassoni.

Si ride allora, si scherza amaro, un po’ prendersi in giro, un po’ per non soccombere ad un mondo piccolo e mediocre che si fa beffe della Cultura con la C maiuscola.

Scatta poi nell’artista nostrano spesso un senso di superiorità, non ingiustificato, che fa da contraltare ad un senso di impotenza verso un mondo che non si riesce a raddrizzare, malgrado tante buone intenzioni. In Italia i talenti (nell’arte, come nella letteratura e nella musica) non mancano. Ma il retroterra umano (politico e culturale) purtroppo non aiuta. Si fatica ad esprimere nuove idee (quasi mai premiate) a vantaggio del già noto, che appaga appunto perché rassicurante.

Rispetto alla fine novecento, la situazione sembra decisamente peggiorata. Allora almeno si vendeva arte con discreta facilità, le Gallerie erano centri vitali. Adesso, mah, si spera ogni anno che il peggio sia passato. Però sappiamo tutti che il periodo d’oro di artisti come Zancanaro, Squillantini, Baj, Caffè … solo per citare qualche esempio… non ritornerà mai più.

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ABSTRACT

Group exhibition of Italian masters paintings from the late twentieth century to today.

TEXT.

Space Intelvi 11 is an old location within a building dating back to 800 in the village of Muronico, less than a kilometer from Argegno, on the western shore of Lake Como.

In exhibition artworks by Italian masters, for most serigraphs and lithographs owned by the gallery, which make up a small compendium of Italian figurative art of the last hundred years.

The figurative is prevailing, due to great influence of Italian Art heritage.

A glorious tradition that goes by the frescoes of Pompeian villas to those of the Renaissance churches. Inevitable that the majority of Italian artists, from Giotto to date, are not diverted to the charm of the figure. It 's just after the second war that artists like Burri and Fontana made their "break", the iconoclastic gesture, an experimenter tension containing within itself the germ of some tradition at least experienced as antibody.

What in common have Pop icon of Loyola and the puppet antimilitarismo Baj? The post-modern cameo concept Pozzati and decadent chanteuse Remo Squillantini? The irony probably. An attitude of detachment from what is the crude reality of a capitalism that does not belong to the Italian race viscerally, unlike it happened in Anglo-Saxon countries.

They seem to laugh, joke bitter, a little 'making fun, a bit' not to succumb to a small world and poor that makes a mockery of Culture with a capital C.

Then snaps often an Italian sense of superiority, not unreasonably, that is in contrast to a sense of helplessness towards a world that you can not straighten, despite many good intentions. In Italy the talents (art, as in literature and music) are not lacking. But the human background (political and cultural) unfortunately does not help. It is hard to develop new ideas (almost never awarded) for the benefit of what is already known, that satisfies precisely because reassuring.

Compared to the end of the twentieth century, the situation looks much worse. Then at least the artworks had been sold reasonably easy, the galleries were vital centers. Now, well, we hope every year that the worst is over. But we all know that the heyday of artists like Zancanaro, Squillantini, Baj, Coffee ... just to name a few ones ... will never return.

Paolo Avanzi

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