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Gli angeli dello sterminio fino al 29 maggio in scena al Teatro i.


Gli angeli dello sterminio è l’ultimo testo di Giovanni Testori. Il regista Renzo Martinelli lo adatta teatralmente in modo efficace.

Teatro i prosegue con quest’opera il ciclo di Testori iniziato con Erodiàs.

Gli angeli dello sterminio prefigura uno scenario apocalittico ambientato a Milano. Angeli motociclisti con caschi bianchi e tute nere imperversano nella città portando morte e distruzione.

Opera ultima di Giovanni Testori che ne rappresenta il testamento spirituale. L’apocalisse di Milano. Una fine che trascina tutto a partire dai suoi simboli, come la cattedrale. Un mondo di fantasmi e zombie che fanno da contraltare ai personaggi della Milano “da bere” degli anni ’80.

La visione di questo disastro la si coglie da una finestra. Con un senso di impotenza che è anche peggiore di quanto si vede accadere.

Gli angeli dello sterminio come metafora del malessere della metropoli.

Tre personaggi assistono a questo scenario e lo descrivono come una profezia che si realizza all’istante. Figure a cui prestano voce e corpo

Ruggero Dondi, Liliana Benini ed Emanuele Turetta.

Una stringente dialettica fra generazioni di cui Ruggero Dondi il personaggio anziano si fa guida ed attore. Con una potenza scenica che deriva dalla sua lunga esperienza con registi come Strehler e De Capitani.

Merito va dato al regista Renzo Martinelli di aver colto la drammaticità del testo di Testori senza cadere nel macabro. Il regista punta all’essenzialità. Domina il bianco sulla scena. Il bianco nel fondale e negli abiti che fa risaltare una macchia rossa al centro della scena.

E ci si interroga sul perché e sul come si è arrivati ad una simile distruzione. Questo il pregio maggiore di questo teatrale. Il farci riflettere su cosa il cosiddetto benessere può nascondere. L’apocalisse dietro alla banalità del male.

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