Murales dei brasiliani Osgemeos all'Hangar Bicocca
- Paolo Avanzi
- 2 mag 2017
- Tempo di lettura: 2 min

Hangar Bicocca ospita un maestoso muralesdegli artisti brasiliani Osgemeos. L’opera è in mostra su una parete esterna di 1000 metri quadri dell’area ex-industriale di Milano. L’esposizione all’aperto è stata inaugurata il mercoledì 20 aprile. Resterà visibile all’Hangar Bicocca anche nelle prossime settimane.
Si tratta del primo grande murales realizzato in Italia dai brasiliani Osgemeos. Questi artisti sono tra gli esponenti di urban art più noti a livello internazionale. Osgemeos, che significa “i gemelli”, è lo pseudonimo dei fratelli brasiliani Gustavo e Otávio Pandolfo di San Paolo in Brasile. I due artisti hanno sviluppato un linguaggio originale, che attinge alla Pop Art e Street Art. Uno stile attento alle tematiche culturali e sociali della realtà metropolitana contemporanea.
L’opera è stata realizzata appositamente per l’Hangar Bicocca. In questa struttura si fabbricavano treni nel secolo scorso. Perciò appare perfetto il connubio fra la cornice (la facciata dell’Hangar Bicocca) e l’opera d’arte. Ne risulta un fantastico vagone della metropolitana milanese a cui sta attaccato un ragazzo con felpa e zainetto. Questo murales, come rivela il titolo stesso «Efêmero», è destinato a scomparire. Si trova infatti all’aperto senza protezione dalle intemperie. Un’opera d’arte tanto effimera da poter essere persino cancellata. Essa infatti dovrebbe lasciare posto ad un’altra opera nell’ambito del progetto «Outside the Cube». Lo spirito di questo progetto, affidato dall’Hangar Bicocca all’artista e curatore Cedar Lewisohn, è quello di coinvolgere vari artisti. Questi a turno si cimenteranno sulla grande parete esterna della struttura.
Al di là del valore estetico, la finalità del murales sembra quella di rivitalizzare gli spazi dell’area ex industriale. Ciò sarà possibile grazie all’apporto delle menti più creative della cultura metropolitana internazionale. Si tratta di opere in plein air destinate a coinvolgere il pubblico considerando il loro grande impatto visivo. Una nuova prospettiva etica ed estetica di ripensare la città .
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